Progettare lo Spazio Sanitario – Penitenziario. Premio Flores 2019 all’arch. Ines Nappa

Premessa
Il lavoro di ricerca sperimentale di tesi di laurea dell’arch. Ines Nappa, collaboratrice presso il nostro studio, ed elaborato presso il dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Napoli “Federico II (tesi in progettazione architettonica e tecnologia dell’architettura – a.a. 2016/2017 relatore Prof. Marella Santangelo e correlatore Prof. Paola Ascione), ha vinto il premio Flores 2019 intitolato al dott. Claudio Flores, che dal 1987 è stato educatore del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, quindi direttore dell’Area pedagogica del carcere di Poggioreale, e in seguito direttore dell’Ufficio Detenuti e trattamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.
Profondo conoscitore del pianeta carcere, dei suoi meccanismi, e dell’impatto sulla vita dei detenuti, Flores, grazie alla sua sensibilità, ha favorito l’integrazione e la conoscenza della vita tra le sbarre e del personale a essa dedicata, sia nella città di Napoli che in tutta la Regione.
A lui si deve la grande sensibilità con cui ha da sempre acceso interesse su tali questioni da sempre accantonate e il premio nasce proprio per rendere omaggio anche alla passione con cui ha svolto il suo lavoro.
L’arch. Ines Nappa ha elaborato il progetto per la struttura sanitaria in stretta collaborazione con il provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Campania dott. Antonio Fullone, il dirigente sanitario della struttura dott. Bruno Di Benedetto, alcuni funzionari del P.R.A.P. tra cui l’ing. Iaccarino. Questo nell’ottica di dare una dimensione al progetto reale e focalizzata.
Introduzione

Lo studio dell’arch. Nappa si pone proprio la domanda di come un architetto può concepire una trasformazione di questi luoghi che accolgono una dimensione del tempo inalterata e sono il vero campo di attuazione della pena. In particolare la ricerca ha mirato poi alla ri-progettazione della Struttura Sanitaria di Assistenza Intensiva S.Paolo interna alla Casa circondariale di Napoli-Poggioreale (una delle due uniche strutture sanitarie altamente specializzate di tale tipo presenti in Italia -l’altra è presente nel carcere Opera di Milano).
La scelta di un determinato spazio del carcere, destinato all’erogazione dei servizi sanitari alla popolazione detenuta, aggiunge un ulteriore grado di complessità. Il progetto e l’intera metodologia vogliono proporsi come una sperimentazione nel campo e propulsore per nuovi input e idee approcciando ad un tema totalmente nuovo (non è stato possibile infatti riferirsi a nessuna struttura ospedaliera simile e chiaramente neanche standard).
Fondamentale, quando ci si inserisce in tematiche poco sperimentate, è la cultura del problema: il lavoro di ricerca preliminare ha trattato l’analisi evolutiva dei principali concetti che compongono il quesito quindi la pena, la legislazione e come i progettisti hanno applicato i parametri normativi.
L'Europa Condanna l'Italia


È di pubblica conoscenza, a livello perfino europeo, che gli istituti penitenziari italiani sono obsoleti e in condizioni pessime (un esempio è la sentenza pilota del 2013 della Corte Europea dei Diritti Umani che ha condannato lo Stato Italiano per trattamento inumano e degradante in carcere).
La pena infatti non deve essere contraria ai criteri di rispetto della dignità della persona e deve porsi come riabilitativa e rieducativa.
La bassa qualità costruttiva e prestazionale delle strutture peggiora le condizioni di vivibilità, ancora di più negli spazi sanitari penitenziari, ma l’architettura, che è sempre in continua evoluzione, può dare una fattiva risoluzione: si praticano da anni con reale profitto retrofit edilizio, riqualificazioni e ristrutturazioni su edifici sia pubblici che privati.
Qui si innesta la prima scelta metodologica innovativa e inedita: ossia quella di utilizzare le linee guida del protocollo ITACA per gli edifici residenziali contestualizzate agli edifici penitenziari.
Per tale motivo si procede ad elaborare delle schede di analisi per comprendere il livello di dotazioni e stato di fatto, su alcuni esempi concreti presenti sul panorama italiano: casa di reclusione di Castelfranco Emilia, Casa circondariale di San Vittore in Milano, Casa circondariale di Civitavecchia e casa circondariale di Napoli-Poggioreale.
Le tematiche principali su cui si innesta il progetto sperimentale sono quattro:



Apertura al pubblico della struttura sanitaria penitenziaria.
È un aspetto che concretizza nel progetto della struttura ospedaliera il principio costituzionale di diritto alla salute e di parità di trattamento tra cittadini liberi e non.
Gli spazi sanitari dovrebbero sempre avere le stesse caratteristiche e principi di base in quanto è proprio la normativa sanitaria che lo afferma, ciò però ha permesso di superare lo scoglio di contestualizzare effettivamente alcuni parametri che non possono verificarsi per ovvie ragioni negli spazi sia penitenziari che sanitari.
Si propone quindi nel progetto una gestione dei percorsi-spazi ottimale per garantire il corretto funzionamento di pratiche penitenziarie e sanitarie anche contemporaneamente. Chiaramente non esistendo normativa di settore si è effettuata una contestualizzazione normativa: requisiti sanitari D.G.R. Campania n.3958 del 7/08/2001, Decreto Min. Sanità 5/7/75 e requisiti penitenziari del D.P.R. 230/2000.


Tema del benessere, comfort ambientale e prestazioni energetiche migliorate
Le strutture penitenziarie così come sono non soddisfano i requisiti minimi per garantire un microclima adeguato e il benessere ambientale e sono esenti dall’elaborazione dell’A.P.E.
Si prende coscienza che il benessere ambientale in carcere non può raggiungere i livelli massimi (ad esempio come in un ospedale standard in cui è il primo parametro da perseguire) ma il progetto di architettura in questione si è declinato come la garanzia di evitare il contrario o la negazione del benessere stesso garantendo il raggiungimento di un benessere ammissibile.
Si utilizzano diverse soluzioni tecniche declinate a seconda dello spazio funzionale: doppia pelle, vertically integrated greenhouse V.I.G., infissi a ventilazione meccanica controllata, raccolta e riciclo di acque piovane.


Dotazione di nuove funzioni sanitarie necessarie
Una struttura sanitaria ha sempre necessità di una serie di spazi di supporto, fondamentali per garantire un funzionamento adeguato e completo del servizio sanitario che evita inoltre sprechi economici come per esempio trasferimenti a pagamento in altre strutture.
Nel progetto vengono aggiunti una serie di spazi tra cui la cucina ospedaliera, laboratorio di immagine diagnostiche e cliniche, blocco operatorio e spazi comuni chiusi e aperti.
Tema del lavoro e del passeggio.
In carcere assumono valore fondamentale il lavoro e l’utilizzo pratico delle ore di aria.
Si inseriscono pertanto alcune tematiche relative all’Urban Farming e sul piano delle coperture si inseriscono serre, orti in vasca, giardini terapeutici e aree laboratorio per attività di lavorazione sui prodotti dell’orto.
Conclusioni Finali
Lo scopo dell’Università è quello di inserirsi come ente promotore di innovazione culturale, ma il dovere di chi esercita la professione è quella di restare costantemente aggiornati e cogliere gli spunti progettuali per poter migliorare il servizio che rende alla popolazione.
L’approccio con spazi che hanno caratteristiche architettoniche spaziali e tecnologiche uniche, poco conosciute e analizzate (rappresentando anche condizioni limite di “stress spaziale”) conducono inevitabilmente ad una serie di conflitti in un sistema di esigenze di diversa tipologia: ma il professionista deve sempre avere pronti gli strumenti per poter restituire una risposta progettuale che aggiunga davvero valore.
Progettare significa, sempre, in ogni ambito interpretare dei sistemi di vita e di interazioni sociali, mettere dunque al centro l’individuo, a prescindere dalla sua condizione sociale, ed i suoi diritti, anche nel caso di mancanza di libertà, come vero componente di una società civile.
CREDIT:
Il paper di ricerca dell’arch. Ines Nappa inerente al progetto fin qui esposto è presente in rivista scientifica “La città altra/ The other city” Cirice 2018 ebook edito da Federico II University Press ISBN 978-88-99930-03-5 Cap. 5 – 2041 Titolo “Lo spazio sanitario in carcere. Un nuovo ruolo urbano per il presidio sanitario di assistenza intensiva interno alla casa circondariale di Napoli-Poggioreale | The sanitary space inside prison: a new urban role of the intensive health care unit within the NaplesPoggioreale prison service”.
Abstract con tavole di sintesi https://www.archistart.net/profile/inesnappa/